Molti e importanti passi avanti: conclusa la prima settimana dei negoziati all'Onu per la messa al bando delle armi nucleari
Una sessione storica di dibattito sulla messa al bando delle armi nucleari, con oltre 130 Paesi coinvolti e la partecipazione di decine di rappresentanti della società civile internazionale. Durante la prima negoziazione è risultato evidente un generale accordo tra le parti sull’analisi dei costi umanitari delle armi nucleari e sul fatto che delle armi che uccidono civili in maniera indiscriminata siano totalmente inaccettabili.
“Abbiamo già fatto molti passi avanti, in questa prima settimana di lavori verso la messa al bando delle armi nucleari,” commenta Beatrice Fihn, direttrice esecutiva della Campagna internazionale ICAN. “Non ci siamo fatti distrarre dalle azioni di opposizione. E adesso attendiamo con fiducia la prima bozza del testo. Le armi nucleari sono state progettate per uccidere milioni di persone in un sol colpo: l’umanità esige che strumenti di questo tipo siano proibiti. E infatti abbiamo già da tempo messo al bando le armi chimiche e quelle biologiche, perché la nostra convivenza civile si è evoluta e non può più tollerare che esistano armi di distruzione di massa. Mettere al bando le armi nucleari sarà il primo passo verso la loro totale eliminazione.”
Con il sostegno di oltre 120 Stati, nell’ottobre 2016 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la Risoluzione che convocava i negoziati per un Trattato che mettesse al bando le armi nucleari. Questa prima settimana di lavori avevo lo scopo di raccogliere le opinioni dei paesi partecipanti. La Presidente della Conferenza, Elayne Whyte Gomez, rappresentante permanente del Costa Rica, elaborerà nelle prossime settimane una bozza di testo e i negoziati finali su quel testo avranno luogo tra il 15 giugno e il 7 luglio.
“Tutti gli Stati potrebbero soffrire le conseguenze dell’uso di armi nucleari: per questo ciascuno ha diritto di partecipare e di far valere le proprie opinioni sul tema” afferma Sole Becagli, del Comitato Senzatomica. “L’impatto di una guerra nucleare, o anche della detonazione accidentale di una bomba nucleare, non si ferma alle frontiere dello Stato coinvolto. Queste armi minacciano la sopravvivenza di tutti.”
Il dibattito di questa prima settimana si è incentrato su tre temi principali:
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gli obiettivi, le finalità e il preambolo del Trattato;
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quali atti o azioni sono da includere tra le proibizioni, ad esempio il possesso, la fabbricazione, la sperimentazione e l’uso di armi nucleari, oppure l’assistenza fornita ad altri paesi al fine di ottenere o usare armi nucleari; e quali atti o azioni siano da includere tra gli obblighi che gli Stati Parti si impegnano a rispettare;
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gli aspetti giuridici relativi all’adesione al Trattato, ad esempio i requisiti per accedervi, l’organizzazione di periodiche conferenze di riesame e verifica, o questioni collegate all’adesione delle potenze nucleari.
Il testo finale del Trattato dovrà contenere norme vincolanti che vietino agli Stati Parti di usare, possedere, fabbricare armi nucleari, nonché di fornire assistenza ad altri Stati per tali scopi; conterrà altresì norme specifiche e vincolanti che obbligheranno i firmatari a collaborare con le strutture degli accordi esistenti su disarmo e non proliferazione, per arrivare più rapidamente a un mondo libero da armi nucleari.
Daniele Santi, Presidente del Comitato Senzatomica, ha partecipato ai lavori della settimana al Palazzo di Vetro portando la voce delle reti italiane che hanno dato vita alla Campagna Italia, Ripensaci! (tra queste Rete Italiana per il Disarmo): “Per noi, la proibizione di queste armi è il primo passo verso la loro totale eliminazione. Dopo questa prima settimana di lavoro, prevediamo che il Trattato che vedrà la luce avrà un impatto sia sugli Stati firmatari che sugli Stati nucleari che non vi aderiranno. Vorremmo che l’Italia decidesse di partecipare almeno alla discussione sul contenuto del testo del Trattato, che dovrà introdurre nel diritto internazionale una proibizione chiesta a gran voce dalla società civile di tutti i paesi del mondo. Come avvenne con le armi chimiche, con le mine anti-persona o con le munizioni a grappolo, la creazione di nuove norme internazionali modificherà il comportamento di tutti gli Stati. È ormai vicino il momento in cui potremo dichiarare che l’era nucleare si è conclusa.”