Israele da 7 anni invia militari e mercanti d'armi
Sceik Nasrallah, il leader di Hezbollah, gongolava l'altro giorno nel celebrare il secondo anniversario della guerra del Libano. E non soltanto per la “sconfitta” d'Israele. Il generale comandante della divisione Galilea, Gal Hirsh, costretto alle dimissioni alla fine del conflitto, ha addestrato, con poco successo, truppe speciali in Georgia e, per Nasrallah, gli va attribuita l'incapacità dei georgiani a fronteggiare l'esercito russo. Sono sette anni che Israele è presente con soldati della riserva, consiglieri militari e mercanti d'armi nell'ex repubblica sovietica. La società di cui Hirsh risulta a capo - Scudo difensivo - è una delle tante organizzazioni di mercenari che mettono sul mercato internazionale la capacità militare israeliana. Centinaia di ex militari israeliani alle dipendenze di Hirsh si sono alternati negli ultimi mesi per mettere a punto reparti speciali georgiani e prepararli all'uso di armi e strumenti bellici sofisticati, come gli aerei-spia senza pilota vanto della produzione israeliana.
Il vasto commercio di armi in direzione di Tbilisi è cominciata grazie all'iniziativa di ebrei georgiani trasferitisi in Israele. La vendita di questo materiale è soggetta all'autorizzazione del ministero della Difesa di Tel Aviv e anche del ministero degli Esteri che avrebbe, infatti, bloccato la spedizione di strumenti richiesti dall'aeronautica georgiana per non troppo entrare in conflitto con la Russia. Il ministro della Difesa georgiana, David Kezerashvili, un "ex" israeliano conoscitore della lingua ebraica ha facilitato, secondo fonti di Tel Aviv citate dal quotidiano Yediot Aharonot, la collaborazione in campo militare tra i due Paesi. Tra gli israeliani che si sono dati da fare, come privati, l'ex ministro Roni Milo e suo fratello Shlomo, ex direttore generale dell'Industria militare israeliana, il generale Hirsh e un altro generale della riserva, Yisrael Ziv.
L'elenco delle merci vendute è lungo: oltre agli aerei senza pilota, torrette automatiche per mezzi blindati, sistemi anti-aerei, sistemi per comunicazioni, razzi e altre munizioni. «Gli israeliani dovrebbero essere orgogliosi per aver addestrato ed educato i soldati georgiani», ha commentato l'altro giorno un altro ministro Temur Yakobashvili, anche egli - rileva Yediot Aharonot - ebreo.
Secondo fonti di Tel Aviv, gli israeliani coinvolti nel commercio hanno tentato invano di convincere le industrie belliche israeliane di vendere mezzi ancora più sofisticati alla Georgia. Il ministero della Difesa, infatti, si sarebbe opposto specialmente negli ultimi mesi dopo che tre aerei spia senza pilota erano stati abbattuti dai russi. Era, per i diplomatici, un chiaro segno della rabbia che stava crescendo in Russia nei confronti del governo israeliano. Fino ad allora, la Georgia era considerata un “Paese normale” e, dunque, non c'era motivo, dicono al ministero degli Esteri israeliano, per non venderle armi e addestrare le sue truppe. Un ex militare israeliano, appena rientrato dalla Georgia e intervistato da un quotidiano, ha accusato le società (Scudo difensivo e altre) di aver rivelato segreti militari di Tel Aviv pur di guadagnare soldi e garantirsi nuove commesse.