Armi in cambio di droga, 18 arresti
Armi, droga e sesso a pagamento. Ci sono tutti i traffici illeciti più remunerativi nell´operazione dei finanzieri del Gico di Bari, che all´alba di ieri hanno arrestato 18 persone (altre quattro sono latitanti), sequestrato 56 chili di sostanze stupefacenti e beni per quattro milioni di euro. Un´organizzazione criminale, composta da pugliesi, napoletani e colombiani, che avevano stretto un´alleanza proficua, suggellata sui business illegali, e che aumentava i suoi introiti grazie allo sfruttamento della prostituzione.
Le indagini, durate oltre un anno e coordinate dal pm antimafia Francesco Giannella, hanno accertato i frequenti arrivi di cocaina dal Sudamerica, sull´asse Colombia-Roma-Bari: la droga era trasportata in piccoli ovuli lunghi tre centimetri da giovani donne colombiane che, una volta completato l´incarico di corrieri, venivano utilizzate per la prostituzione in appartamenti presi in affitto a Roma, Monopoli, Conversano e Alberobello. A rifornire il territorio del sud est barese di sostanze stupefacenti pensavano anche i napoletani, che in cambio ricevevano grosse partite di armi da guerra, mitragliette in particolare, necessarie per continuare la guerra di camorra in Campania.
L´intera organizzazione, infatti, era coordinata da alcuni personaggi chiave: tre napoletani, affiliati al clan degli "scissionisti" e due baresi. Due dei tre napoletani, Bruno Abate (del clan omonimo) di 41 anni, e Sebastiano Gallo, di 51, detto "Mano mozza", sono tuttora latitanti, mentre Salvatore Del Prete è stato arrestato. I contatti con i tre venivano tenuti, nel barese, da Amilcare Monti Condesnitt, 39 anni, soprannominato "Fanfani", giostraio. L´uomo, che ieri è stato sorpreso all´interno del suo accampamento a Gioia, acquistava le armi da guerra sul mercato illegale dei Balcani e le nascondeva nel suo accampamento. Monti teneva anche i contatti con la frangia campana.
Il quinto personaggio di spicco è Giuseppe Dentice, 48 anni di Monopoli, detto "zio", è un nome molto noto alle forze dell´ordine per essere uno dei fondatori della prima associazione mafiosa nel barese, "La Rosa". A Dentice spettava tenere i rapporti con i napoletani, affiancando il giostraio, ma anche coordinare il business della prostituzione, curandone tutti gli aspetti pratici. Nell´operazione è stato anche arrestato un finto finanziere, Nicolò Gimmi, che si spacciava come tale, millantando protezioni al gruppo e avendo in cambio 500 euro al mese, oltre a gratuiti incontri sessuali.
Dalle intercettazioni emerge un grave episodio, avvenuto nel giugno 2005, e relativo ad un fallito scambio tra napoletani e baresi, "soci in affari". Dopo essersi incontrati in una zona del parcheggio dell´ipermercato Auchan di Casamassima per una verifica della merce (20 chili di cocaina in cambio di una decina di mitragliette Skorpio, e in omaggio alcune pistole semiautomatiche e a tamburo), i rappresentanti dei rispettivi gruppi avevano deciso di effettuare lo scambio nei giorni successivi. Ma la sera del 21 giugno, Salvatore Del Prete fu raggiunto da sei colpi di pistola al petto, rimanendo ferito. Gli altri due campani si diedero alla fuga, i baresi interruppero i contatti e la "transazione" saltò. Di questo, però, i napoletani bisognosi di "armi pulite", ritennero responsabili i baresi e chiesero 50mila euro a titolo di risarcimento per l´affare non andato a buon fine.