Il disarmo, una via obbligata verso la pace
La clava, le spade, i cannoni, le mitragliatrici, i missili intelligenti, la bomba atomica, giù giù fino alle armi batteriologiche e ai robot da combattimento: da sempre l’uomo ha utilizzato il proprio ingegno per difendersi e imporre il proprio potere sugli altri. Ora è tempo di percorrere la strada del disarmo. Una strada percorribile, economicamente sostenibile, che può e deve essere tracciata anche dagli scienziati, i quali, dopo aver avuto non poche responsabilità nella produzione di prodotti bellici raffinati e ‘intelligenti’, sono eticamente tenuti a contribuire alla costruzione di un mondo senza guerre.
Ne sono convinti i membri del neonato movimento Science for peace, presentato a Milano alcune settimane fa in occasione della prima conferenza mondiale degli scienziati per la pace. Movimento al quale hanno finora aderito 20 Nobel e centinaia di uomini e donne di scienza e di cultura che si riconoscono in due obiettivi: creare una cultura di non violenza e di soluzione pacifica dei conflitti, e trovare strumenti più adatti per ridurre la spesa degli armamenti, a favore delle emergenze, sociali, sanitarie e umanitarie, e della ricerca scientifica. In questa puntata un Nobel per la pace, il presidente della Commissione nazionale italiana per l’UNESCO, un fisico e membro dell’ Unione Scienziati per il Disarmo, e un rappresentante della Rete Italiana per il Disarmo, ci spiegano come e perché è possibile e necessario raggiungere questi obiettivi.
OSPITI
Shirin Ebadi Premio, Nobel per la Pace 2003, Iran
Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione nazionale Italiana per l’UNESCO, Milano
Francesco Vignarca, Rappresentante Rete Italiana per il Disarmo, Milano
Carlo Bernardini Fisico, e membro di USPID, Roma
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