Inizia la Conferenza di riesame del Trattato di Non-Proliferazione Nucleare
Stamani inizia la Conferenza di Riesame del Trattato di Non Proliferazione. Durerà quattro settimane, ma speriamo che il caos di questa prima mattinata si esaurisca con la giornata di oggi. Sono previsti 19 Ministri degli Esteri e anche un Presidente (Ahmadinejad). Sono le 11, e ancora centinaia e centinaia di rappresentanti delle Ong di tutto il mondo sono in coda per la registrazione. La sicurezza è aumentata; le presenze sono numerosissime; in più, l'edificio dell'Assemblea Generale è in ristrutturazione e tutte le sale conferenza per gli incontri a latere (in genere, le più interessanti) sono state allestite in un grande prefabbricato sul prato lungo il fiume ... Inoltre, piove.
Ho trovato una gran ressa di persone che tentavano di entrare nell'Assemblea Generale ed ho rinunciato. Sono in una conferenza, coordinata da Nuclear Age Peace Foundation, dove tanti dei nostri più esperti disarmisti si confronteranno su come meglio costruire cultura, nelle nostre società che hanno perso di vista l'impegno per il disarmo. Perché tutti concordiamo che serve, sempre di più, una spinta da parte dell'opinione pubblica. Anche sabato sera, alla conclusione della conferenza alla Riverside Church dal titolo "Disarm Now!", il Segretario Generale dell'ONU ha sottolineato il fatto: "Le associazioni della società civile sono la coscienza del mondo. Ed io mi impegno a far sì che Stati e Governi ascoltino la loro voce."
Ban Ki-moon ha anche affermato: "Il disarmo nucleare non è un obiettivo lontano, irraggiungibile. E' un'urgente necessità." Tra tutti noi, il concetto che più di altri viene espresso in questi giorni è proprio questo: il disarmo è possibile e urgente. E ieri, domenica 2 maggio, è stato ribadito nella manifestazione che ha percorso il centro della città, da Times Square fino alle Nazioni Unite. Eravamo circa 10.000 persone, con in testa al corteo le delegazioni dal Giappone. Reggevano lo striscione "Mai più Hiroshima! Mai più Nagasaki!" molte decine di sopravvissuti di quelle due esplosioni atomiche. Il sindaco di Nagasaki, parlando dal palco a Times Square, ha affermato: "L'unico modo per essere sicuri che Nagasaki sia l'ultima città bombardata con le atomiche è di metterle al bando e smantellarle tutte."
Naturalmente procede pure tra di noi - disarmisti - l'analisi e il dibattito sulle dichiarazioni delle diverse delegazioni, già rese pubbliche. C'è un certo entusiasmo per il documento del Movimento dei Paesi Non-Allineati (che, con 118 Stati membri, rappresenta la maggioranza assoluta), da sempre impegnati in modo abbastanza vicino alle nostre posizioni. Reso pubblico venerdì scorso, propone un piano d'azione per il disarmo nucleare: chiede che si organizzi al più presto una conferenza tra gli Stati per esaminare una Convenzione sulle Armi Nucleari e per decidere un calendario preciso per lo smantellamento. Prevede che la Convenzione potrebbe entrare in vigore tra il 2015 e il 2020, e che l'eliminazione totale di tutte le armi nucleari possa essere completata al più tardi nel 2025. Sono obiettivi ambiziosi, ma realistici. Il Movimento dei Non Allineati ha da sempre sostenuto l'idea della Convenzione, ma mai come adesso ne ha fatto l'oggetto principale della sua posizione ad una Conferenza. I Paesi leader del Movimento dei Non Allineati dimostrano di aver compreso l'urgenza e, al contempo, la fattibilità del disarmo totale.
Per quanto riguarda i passi specifici da compiere (come segnale del clima internazionale cambiato, rispetto a prima delle dichiarazioni di Obama), credo che l'elemento cruciale su cui sarà necessario progredire sia la costituzione di una Zona Libera da Armi Nucleari in tutto il Medio Oriente. Proposta anche questa originariamente sostenuta dai Non Allineati (che ne fecero il punto non negoziabile nel 1995: non avrebbero accettato l'estensione in perpetuità del TNP senza un chiaro impegno a costituirla), diventerà uno dei temi principali del dibattito. Già la settimana scorsa (29-30 aprile), si è tenuta qui all'ONU la conferenza assembleare di tutti gli Stati che già fanno parte di Zone Libere da Armi Nucleari (la maggioranza degli Stati del mondo), che hanno ribadito la stessa richiesta.
E' ancora presto per capire quali saranno le reazioni ai documenti, e al dibattito. Il lavoro per noi sarà tanto, e per cominciare serve districarsi nella confusione.