Un’agenda per costruire Disarmo e Pace, nella prossima legislatura
Un documento chiaro e concreto sul quale costruire un confronto con le aree politiche interessate a tale risultato, per il bene delle cittadine e dei cittadini del nostro Paese.
Dalla produzione e commercio di armi alle spese militari; da prospettive nonviolente per la costruzione della Pace e la gestione delle crisi alla richiesta di una discussione partecipata verso un nuovo modello di difesa. Sono queste le tematiche alla base delle richieste formulate dagli organismi aderenti alla Rete Italiana per il Disarmo e al Tavolo Interventi Civili di Pace.
“E' importante ‘mettere a verbale’ il proprio no alle spese e al sistema militare, cioè alla preparazione della guerra. Ma non basta – sottolinea Mao Valpiana presidente del Movimento Nonviolento - Oggi occorrono anche politiche in grado, come diceva Aldo Capitini, di modificare una realtà che sentiamo inadeguata. E' la politica della nonviolenza. Questo documento collettivo, che fa proposte concrete, ne è una piena espressione”.
Come prospettiva di partenza di questa Agenda, le due reti concordano sul fatto che la costruzione della Pace e di una maggiore giustizia sociale possano discendere solo da cammini reali di disarmo e nonviolenza, in un’ottica che possa prevedere l’eliminazione futura di tutte le armi. Uno spirito riassunto con la frase “se vuoi la Pace prepara la Pace”.
E per farlo occorre recuperare la centralità dell’espressione di sovranità popolare e delle istituzioni che devono mediarne l’esplicitazione: “Appare sempre più necessario che il Parlamento rivendichi la propria centralità e competenza nel campo della politica di sicurezza – conferma Maurizio Simoncelli vicepresidente di Archivio Disarmo - senza abdicare in favore di decisioni assunte da istituzioni e forze esterne, motivate da interessi particolari”.
Perché lo scenario è profondamente cambiato. "Le guerre moderne hanno profili che spesso ci sfuggono - ricorda Martina Pignatti Morano presidente di Un ponte per…- in Iraq dopo il ritiro delle truppe occidentali l'occupazione continua tramite Agenzie Militari Private, che difendono gli interessi politici ed economici di chi le assume, senza controllo da parte dei nostri Parlamenti. In Afghanistan i mercenari sono già più numerosi dei soldati americani. E' urgente che l'Italia adotti strumenti legislativi per regolamentare questo pericoloso fenomeno, e sostenga invece nei territori di conflitto chi organizza Interventi Civili di Pace".
Le sedici proposte concrete e realizzabili avanzate nell’Agenda del Disarmo e della Pace vogliono fin da subito mettere sul tavolo di chi sarà eletto nel prossimo Parlamento delle scelte possibili e verificabili, che le organizzazioni afferenti alle due reti andranno a controllare e stimolare. Impegni in piena sintonia con il dettato costituzionale (in particolare l’Articolo 11 della nostra Costituzione) e che potrebbero permettere all’Italia di svolgere il proprio ruolo internazionale secondo la Carta delle Nazioni Unite nel contempo rappresentando un contributo effettivo e sostenibile per una maggior sicurezza reale di tutti i cittadini e le cittadine del nostro Paese.
"Il primo atto che chiediamo ai Parlamentari eletti è di congelare la nostra adesione al progetto del caccia F-35 – dichiara Massimo Paolicelli presidente di Associazione Obiettori Nonviolenti – ma per organizzarsi subito dopo, con gli strumenti che riterranno più adeguati, per discutere con il massimo coinvolgimento della società civile del Modello di Difesa da adottare sulla base della nostra Costituzione, della politica estera e delle reali minacce verso il nostro Paese. Solo in un secondo momento si dovrà andare a costruire il più opportuno strumento di difesa dobbiamo avere, sia di natura militare che civile".
Rete Italiana per il Disarmo e Tavolo Interventi Civili di Pace richiedono quindi ai partiti e alle coalizioni partecipanti al prossimo confronto elettorale un riscontro non solo formale. Per questo avanzano ai diversi leader delle forze politiche la richiesta un incontro diretto in cui discutere insieme delle proposte di contenuto (adottabili in subordine da singoli candidati come piattaforma minima ed indivisibile di una vera ed articolata politica di disarmo).
L’Agenda è quindi una proposta che vuole ottenere in cambio "Un chiaro impegno per la pace, la nonviolenza e il ripudio della guerra – come ricordato da Mons. Giovanni Giudici presidente di Pax Christi Italia – perché con lo spreco di risorse pubbliche ad esse connesso, le armi uccidono anche se non vengono usate!”.
Allegati
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