2 giugno: Pacifisti, bene risparmi Quirinale ma ora cancellare parata militare
La decisione del Capo dello Stato Giorgio Napolitano di annullare la cerimonia al Quirinale per la festa della Repubblica e' l'occasione per rilanciare l'appello, sostenuto dalle associazioni pacifiste e non violente, ad abolire anche la parata militare che si tiene il 2 giugno in via dei Fori Imperiali a Roma. ''Scriveremo una lettera al Presidente Napolitano, per continuare a sostenere la nostra richiesta ufficiale di annullare la parata militare, e organizzeremo celebrazioni alternative, per chi come noi ritenga che la Repubblica non si debba simbolicamente individuare con la parata'', spiega all'Adnkronos Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Disarmo.
''Nel comunicato del Quirinale - sottolinea - viene confermata la presenza di Napolitano alla 'rassegna' militare, con uno slittamento verbale significativo, che dimostra che la parola 'parata' non piace piu' a nessuno. Noi continuiamo a essere della stessa idea. La questione della parata militare del 2 giugno e' sbagliata per due motivi. Uno si collega al discorso della sobrieta', sicuramente non costera' meno di due milioni di euro, che sono meno dei 3-4 milioni degli anni passati ma comunque e' una cifra enorme''.
Ma, ricorda Vignarca, ''c'e' soprattutto un problema di simboli: il 2 giugno e' la festa della Repubblica, che fondata sul lavoro ed e' formata da studenti, casalinghe, operai, insegnanti. Non si capisce perche' celebrarla facendo sfilare dei militari, che peraltro hanno la loro festa il 4 novembre. Dunque chiediamo l'annullamento e che si trovino, a livello territoriale, forme diverse per festeggiarla''.
''Sarebbe paradossale che un'iniziativa civile come la festa al Quirinale venisse annullata per motivi di sobrieta' e per attenzione alle difficolta' economiche di larghe fasce della popolazione e lo stesso non avvenisse per la parata militare che lo scorso anno e' costata piu' di 2 milioni di euro'', sottolinea il presidente dell'Associazione obiettori nonviolenti, Massimo Paolicelli.
Oltre alla questione economica, osserva, ''rimane il problema di fondo, che cosi' non si festeggia la Repubblica con lo spirito giusto. La Costituzione dice all'articolo 1 che la Repubblica fonda le sue radici sul lavoro e poi la si festeggia con una parata militare. Noi da tempo chiediamo che le modalita' di festeggiamento siano diverse, siano civili, che non sia un'esposizione di muscoli ma la valorizzazione delle radici del nostro paese e quindi delle persone che, anche nel mondo, lo rendono importante con il loro lavoro quotidiano, e che non sono solo i militari ma tanta gente impegnata in diversi settori''.
''Rinnoviamo l'appello al Capo dello Stato perche' cancelli la parata militare del 2 giugno - conclude Paolicelli - e proporremo iniziative diverse per coinvolgere veramente tutta la nazione sul valore della Repubblica''.