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L’Italia deposita la ratifica del Trattato sulle armi: soddisfazione della società civile

Oggi a New York 15 Paesi dell’Unione Europea, tra cui l’Italia, depositano gli Strumenti di ratifica del Trattato Internazionale sul Commercio di Armi (ATT) avvicinando sempre di più il momento dell’entrata in vigore del testo.
Fonte: Rete Italiana per il Disarmo - 02 aprile 2014

Mettici la faccia Rete Disarmo e le realtà che in Italia rilanciano la mobilitazione internazionale Control Arms esprimono soddisfazione per un percorso avvenuto in maniera rapida ed unanime, auspicando che ciò porti ad una implementazione forte e rigorosa, anche valorizzando l’esperienza della nostra legislazione nazionale. Il tutto sulla base di un rafforzamento della trasparenza, elemento fondamentale quando è in gioco il commercio di armamenti. 

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Ad un anno esatto dallo storico voto che, in sede ONU, ha adottato il testo definitivo del Trattato Internazionale sugli armamenti (ATT) il nostro Paese deposita oggi a New York lo Strumento di Ratifica di tale accordo internazionale. Insieme ad altri 14 Stati dell’Unione europea (che hanno dovuto attendere una serie di passaggi e voti comuni per poter procedere a questo importante passo) l’Italia si iscrive quindi nel gruppo di Nazioni che ha deciso di scommettere fin dai primi momenti su questa nuova ed inedita serie di regole per il commercio internazionale di armamenti.

Occorre ricordare come il processo che ha condotto alla stesura ed approvazione (ed ora al processo di ratifica) di un Trattato Internazionale su questo tema è stato voluto e stimolato dalla società civile internazionale, in particolare tramite la Campagna Control Arms di cui Rete Disarmo è partner fin dall’inizio. Un percorso comune iniziato quasi dieci anni fa e che ha portato fin da subito la società civile italiana a sostenere la campagna internazionale, in particolare con oltre 40.000 volti raccolti in Italia a favore del Trattato nelle prime fasi della mobilitazione.

Lo ha sottolineato lo stesso Segretario ONU Ban Ki-moon nel commentare il voto all’Assemblea Generale di un anno fa: ”Mi congratulo con i membri della società civile per il ruolo fondamentale che hanno giocato dalla nascita di questo processo, attraverso i loro contributi di esperti e il loro sostegno entusiasta”. E la mobilitazione Control Arms ha subito rilanciato il concetto definendo l’approvazione “l'alba di una nuova era, perché questo voto invia un segnale chiaro ai trafficanti di armi e a chi viola i diritti umani: il loro tempo è scaduto. Se si pensa al grande interesse economico e il potere politico in gioco per i grandi produttori ed esportatori di armi, si coglie come questo Trattato sia un omaggio per la società civile che da tempo sostiene l'idea che con meno armi si possano salvare vite umane e ridurne le sofferenze”. L’approvazione del 2 aprile 2013 è avvenuta dopo sei anni di negoziati diplomatici e più di 10 anni di campagna della società civile internazionale con una maggioranza schiacciante (154 voti SI - NO 3 voti, 23 astenuti).

Control Arms approvazione Trattato Con il deposito odierno dei Documenti ufficiali di 15 paesi dell’Unione Europea il numero degli Stati ad aver ratificato il Trattato ATT verrà più che raddoppiato superando le 30 unità. Ricordiamo che l’accordo internazionale entrerà in vigore solo con la ratifica definitiva di almeno 50 Paesi appartenenti alle Nazioni Unite. La possibilità del deposito dello Strumento di Ratifica è oggi resa possibile anche da una serie di passaggi comuni ed essenziali a livello UE, mentre i Parlamenti nazionali si sono già espressi in questi mesi, a sottolineare anche la valenza continentale e preminente di questo atto.

La Rete Italiana per il Disarmo ha premuto già del momento della firma del Trattato affinché il nostro Paese potesse essere tra i primi a completare il percorso di Ratifica per farsi poi promotore a riguardo sia in sede di Unione Europea sia presso la NATO. Oggi abbiamo testimonianza di un percorso virtuoso in tal senso: una dinamica estremamente importante per tutto il processo poiché da sola l’Unione Europea potrebbe garantire più della metà delle ratifiche necessarie all’effettiva entrata in vigore del Trattato, un cammino che la campagna internazionale Control Arms sta spingendo con l’iniziativa “Race to 50”.

Al risultato odierno si giunge grazie ad una serie di passaggi che il Governo (in particolare il precedente Esecutivo Letta) ed il Parlamento hanno compiuto con grande attenzione e velocità, come da richieste delle realtà riunite in Rete Disarmo e per Control Arms. La controfirma del testo è avvenuta infatti già a giugno 2013 ed era stata commentata dalla nostra rete come “momento storico importante per chi da anni si batte contro la diffusione indiscriminata di armamenti nel mondo, e soprattutto per tutte le vittime (una al minuto) che subiscono violenza e morte per causa delle armi”.

Nel medesimo giorno l’ATT, accordo internazionale vincolante che inizierà a regolamentare un commercio in armi e munizioni che supera annualmente gli 85 miliardi di dollari, è stato sottoscritto anche da altri fra i principali paesi esportatori di armamenti tra cui il Regno Unito, la Germania e la Francia, oltre agli esportatori emergenti come il Brasile e il Messico. Il Governo degli Stati Uniti ha infine posto la propria firma, un fatto davvero rilevante, entro la fine del 2013. Nelle settimane successive, dopo un appello in tal senso di Rete Disarmo, il percorso italiano verso la ratifica è proceduto speditamente con la presentazione di un Disegno di Legge di iniziativa governativa (luglio 2013) che si è andato ad aggiungere ad altri testi di iniziativa parlamentare sia alla Camera che al Senato, rendendo esplicita l'intenzione di supporto dell’ATT da parte di tutta la politica italiana. Per quanto riguarda l’azione parlamentare un ruolo importante e decisivo lo ha avuto l’elaborazione di documenti per la ratifica in seno al raggruppamento dei Parlamentari per la Pace, composto da esponenti di diversi gruppi politico.

Camera e Senato hanno successivamente votato (tra il 12 e il 25 settembre) in maniera unanime il testo di Legge di ratifica, con una velocità ed una compattezza praticamente mai avvenuta per altre ratifiche di decisioni internazionali. Per questo motivo la Rete Italiana per il Disarmo, insieme ai partner nazionali ed internazionali di Control Arms, ha poi voluto consegnare targhe celebrative ricordo alla Presidente Laura Boldrini ed al Presidente Piero Grasso.

Le buone notizie sul percorso istituzionale di ratifica non devono però far dimenticare i nodi ancora da sciogliere se si vuole rendere effettivo ed efficace un controllo internazionale sul commercio di armi. Senza una forte e chiara implementazione dei meccanismi di controllo ed un futuro miglioramento di alcuni standard nel testo del Trattato il rischio è quello che ci si trovi di fronte ad un dispositivo inefficace se non nelle buone intenzioni. Il Trattato ATT che diversi Stati stanno ratificando sancisce nel nuovo diritto internazionale un insieme di regole chiare per tutti i trasferimenti globali di armi e munizioni anche se mantiene sicuramente dei lati problematici. La Campagna Control Arms a livello mondiale sta già iniziando il lavoro per rendere vincolante il trattato e costruire con gli Stati le relative strutture di controllo; a livello italiano le organizzazioni impegnate nella campagna chiedono invece al nostro Governo di continuare la strada di buona volontà dimostrata con la veloce Ratifica promuovendo a livello internazionale percorsi di miglioramento futuro del testo e di soprattutto di organizzazione adeguata dei meccanismi della sua implementazione.

“Sicuramente non ci fermeremo qui, e continueremo a lavorare affinché questa sia solo il primo passo di un cammino ancora più forte di regolamentazione degli armamenti – commentano le realtà di Rete Disarmo - per cui il nostro lavoro continuerà sia livello italiano che internazionale”. Attualmente il testo riguarda solo i principali sistemi d’arma (carri armati, veicolo corazzati da combattimento, sistemi di artiglieria di grosso calibro, aerei da combattimento, elicotteri d’attacco, navi da guerra e sottomarini, missili e missili lanciatori) più le armi leggere e di piccolo calibro. Permane una serie di limitate forme di controllo sulle munizioni e sulle componenti di armi, mentre restano fuori sia le armi da fuoco che non hanno un esclusivo uso militare e tutte le armi elettroniche, radar, satelliti ecc., sia i trasferimenti di armi all'interno di accordi governativi e programmi di assistenza e cooperazione militare (poiché esso riguarda solo il commercio di armi).

Per migliorare la situazione è perciò opportuno partire dai risultati raggiunti. Con l'approvazione di questo Trattato viene chiaramente sconfitto chi per interessi politici o economici è sempre stato contrario ad una regolamentazione del commercio delle armi. Tra gli oppositori al Trattato oltre a diversi governi autoritari e dittatoriali figurano infatti anche diverse lobbies tra cui soprattutto la National Rifle Association degli Stati Uniti. A tutti questi potentati il processo di strutturazione dell’ATT continua a dire che le armi non sono né un "diritto costitituzionale" né un "simbolo della democrazia": sono invece una merce mortale che per troppo tempo è stata venduta e trafficata con la complicità degli stessi produttori.

La strada di efficacia del Trattato passa quindi dalla creazione di strutture, regole e meccanismi che rendano concreti gli alti principi espressi nel testo e ciò si può ottenere anche e soprattutto a partire dalle positive esperienze fatte. Come quella della legislazione italiana sull’export di armi (incardinata nella legge 185 del 1990) che a buon diritto può essere vista come uno dei maggiori standard internazionali in merito e una legislazione che ha precorso i tempi dell’ATT. Ma che sempre più spesso viene svuotata “amministrativamente” con l’abbassamento degli standard di rendicontazione, come già denunciato in passato da Rete Disarmo a riguardo dei contenuti della Relazione annuale al parlamento prevista dalla stessa legge.

La trasparenza è un elemento fondamentale in questo ambito, forse ancora più delle stesse regole. Il nostro auspicio è quindi che si inverta la tendenza di impoverimento a livello italiano, anche per costruire un serio e preciso meccanismo di rendicontazione da parte di tutti gli Stati sotto l’egida del Trattato ATT: lo si può fare migliorando l’attuazione della legge n. 185 del 1990 e valorizzandola come modello a livello internazionale. Confidiamo che ciò possa avvenire fin da subito grazie al lavoro del Ministero degli Esteri, nelle nuove formulazioni Autorità centrale e di snodo per questo tema, ed in particolare dall’On. Federica Mogherini (Ministro in carica da poche settimane) da sempre attenta ai percorsi di regolamentazione del commercio di armi che non a caso è stata relatrice alla Camera della Legge di Ratifica votata lo scorso anno.

 

 

Targa Control Arms alla presidente della Camera - foto Umberto Battaglia

 

Consegna Senato Targa

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